Emma,affacciata alla finestra della sua camera, guardava il panorama con occhi sognanti e volava: volava sul mare,con i piedi scalzi che sfioravano l' acqua tiepida, volava verso il sole caldo e rincuorante che sorgeva come se le volesse dire ciao e volava sulle nuvole per poterle toccare con un dito come se fossero oggetti troppo preziosi, da trattare con cura.
Mentre saltellava da una nuvola all'altra, spensierata,si affacciò verso il basso e vide passare,lungo la via,il postino con le lettere della giornata e d'improvviso sbatté contro il muro della vita reale, dove la guerra aveva bucato il suo palloncino preferito e aveva reso incompleta la sua vita.
Corse giù per le scale e prese,o meglio, strappò la lettera dalle mani del postino e corse di nuovo su con la stessa velocità di quando era scesa.
Si fermò davanti ad una porta semichiusa,con un tenero orsacchiotto intagliato a mano che reggeva un cartellino con scritto:"vietato l'ingresso ai bonzi"
Era particolarmente affezionata a quell'orsacchiotto:gliel'aveva fatto suo fratello quando era piccola e correva per casa a gridare:"vietato l'ingresso ai bonzi,fratellone!"; e prima che la guerra lo strappasse via dalla sua famiglia.
Aprì la porta e si buttò sul letto occupato dalla sorella Ginevra,che si svegliò di soprassalto e stava per urlarle dietro di bussare ma Emma mostrò la lettera e questo bastò a terminare la discussione.
Aprirono la lettera e la lessero tutta d'un fiato;quando ebbe finito di leggerla Emma guardò fuori dalla finestra il cielo azzurro e pensò che suo fratello sarebbe tornato fra qualche giorno e che la sua vita sarebbe tornata presto perfetta, bianca come le nuvole e azzurra come il mare.
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