Il
nonno leggeva un giornale, grattandosi il mento concentrato, quando
una voce squillante ruppe il silenzio.
“Nonno,
cosa stai leggendo?” chiese il bambino, con gli occhi che
luccicavano dalla curiosità. I capelli castani lisci gli volavano
davanti al viso a causa del vento. Lui li cacciava via con delle
veloci manate.
“Niente
di interessante, figliolo. Tu vedi qualcosa in acqua?”
“Niente
di niente, nonno. Oggi è proprio una giornata noiosissima.” e,
così dicendo, si sdraiò con fare drammatico.
L'uomo
si guardò attorno, in cerca di qualcosa che potesse mettere loro un
po' di allegria. Era una persona speciale, quel nonno. Una giornata
con lui non poteva essere noiosa.
“Guarda,
un'isoletta!” urlò ad un tratto, attirando l'attenzione del
piccolo.
“Dove?
Dove?” sul viso del bambino era apparso un sorriso a trentadue
denti, difficile da contenere.
“Proprio
là, in fondo. Andiamo a vedere.”
Agguantò
un remo e cominciò a far muovere la barca, mentre il piccolo stava
attaccato a prua, fissando quel piccolo pezzo di terra che sembrava
essere appena uscito dall'acqua.
La
barca arrivò a riva, e i due l'agganciarono ad uno scoglio lì
vicino. Scesero e si tolsero le scarpe, sentendo la sabbia scottargli
i piedi. Davanti a loro, una foresta che brulicava di suoni di ogni
genere.
“Nonno,
che cos'era quel rimbombo?”
“Non
lo so, figliolo. Possiamo solo andare a scoprirlo.”
Così
entrarono nella flora di quel posto sperduto, e dovettero strabuzzare
gli occhi per la troppa bellezza.
Fiori
e insetti di ogni colore erano ovunque, si sentivano uccellini
cinguettare melodie mai sentite prima, e due animaletti, che
ricordavano scoiattoli ma scoiattoli non erano, si rincorrevano,
incuranti delle due persone che li guardavano stupiti.
“Che
cos'è questo posto?” si continuavano a ripetere, senza riuscire a
trovare una risposta.
Continuarono
a camminare, attenti a dove mettevano i piedi. Il piccolo si
nascondeva dietro il nonno, spaventato dalla meraviglia dell'ignoto.
Un
coniglietto blu si avvicinò, guardandoli incuriositi, ma quando fu
abbastanza vicino i due poterono notare gli occhi bianchi. Totalmente
bianchi. Senza l'ombra di una pupilla.
Fecero
un salto all'indietro per lo spavento, e l'animale scappò.
Nonostante
tutto continuarono ad avanzare, attirati da qualcosa che non
riuscivano a spiegare, ma di troppo forte da essere contrastato.
Passarono
in mezzo a cespugli rosa, uccellini con troppi occhi e denti aguzzi,
tigri con le ali e senza orecchie...
Andavano
molto lenti, immobilizzati dal terrore, ma quella sensazione
proveniente dal centro dell'isola impediva loro di fermarsi.
Le
gambe si muovevano, scontrandosi con piante più dure del dovuto, che
gli procuravano segni rossi che non se ne sarebbero andati via
facilmente.
Iniziarono
a non vedere le cose chiaramente, a causa di una nebbia fitta che
copriva l'ambiente.
Il
piccolo strinse forte la maglietta dell'unica persona di cui poteva
fidarsi in quel momento.
La
velocità con la quale si muovevano iniziò ad aumentare, senza che
loro potessero farci niente.
“Rallenta
nonno! Mi fanno male i piedi!” urlava il bambino in preda al
panico.
“Non
posso farci niente! Non sento le gambe!” sentiva in risposta.
L'ansia
continuava ad accrescere, facendo scendere lacrime amare dagli occhi
di entrambi. Non potevano credere a ciò che stava succedendo.
Ad
un tratto il piede destro del nonno incontrò una radice, la pestò e
questa gli si attorcigliò attorno, facendolo cadere in avanti.
Ma
davanti non c'era nulla.
Precipitarono
nel vuoto, urlando con tutta l'aria che avevano nei polmoni.
Si
abbracciarono, stringendosi forte, sicuri che quella fosse l'ultima
volta.
Ma
non lo era.
Sentirono
il contatto con qualcosa che li trascinò sotto. Persero il contatto
tra di loro e cercarono l'aria, annaspando.
Solo
dopo una ventina di secondi si resero conto dove si trovavano.
Acqua.
La stessa acqua che li aveva condotti a quella maledetta isola.
Nuotarono in superficie usando le ultime forze che erano rimaste. Si
videro, si corsero in contro e si abbracciarono, felici che fosse
andato tutto bene. Si guardarono attorno e videro la barca, che
galleggiava sola, tranquilla. Ci salirono su e cercarono con gli
occhi quella stranissima isola, che sembrava essere scomparsa nel
nulla. Senza pensarci due volte si attaccarono ai remi e scapparono
via, consapevoli che non avrebbero dimenticato mai ciò che era
successo quella normalissima mattina di agosto.
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