martedì 28 ottobre 2014

L'uomo della melodia

La luna illuminava la città di Berlino. Era una fresca sera di primavera e Luca stava seduto sul tetto di una casa a guardare la gente che passava per le vie sottostanti.


Era finito su quel tetto una settimana prima, quando sua moglie si era arrabbiata con lui perché beveva troppo e dava un cattivo esempio al loro bambino; così aveva deciso di andarsene pur avendo molta malinconia nel cuore abbandonando la sua famiglia.
Per Luca non era brutto stare sui tetti la sera; da lì poteva ascoltare tutti i rumori della città risuonare tra i camini dei tetti di quelle piccole case, dai clacson delle automobili alle grida dei bambini che cercavano un posto per dormire.
Quando passò la mezzanotte decise di tirare fuori il suo vecchio violino e di cominciare a suonare qualche dolce sinfonia. Non gli avevano mai insegnato a suonare quel meraviglioso strumento, ma era molto bravo, probabilmente il suo unico talento.
Ogni tanto vedeva qualche donna affacciarsi alla finestra per capire da dove provenisse quella dolce melodia.
Il mattino seguente Luca si recò al mercato per prendere qualche mela da mangiare per pranzo.
Stava pagando il mercante, quando si intrufolò ad ascoltare la conversazione di due signore
“Rosa, ma la sentivi anche tu quella dolce musichetta ieri notte?”
“Sì Clara!” esclamò una delle due signore “era bellissima, peccato però che non ho ancora capito da dove potesse provenire…”
Dopo aver origliato quella conversazione, gli venne in mente un modo per farsi perdonare da sua moglie. Al mercato era andato a comprare anche due piccoli uccellini, che a suo figlio piacevano molto, e una fisarmonica perché sua moglie amava il suono allegro di quello strumento.
La sera seguente si recò sopra il tetto della sua vecchia dimora.
Cominciò a suonare la nuova fisarmonica, mentre i due uccellini lo accompagnavano con il loro fischiettio. Si aprì la finestra della cucina, dalla quale si affacciò la moglie assonnata che, vedendo il marito, si mise a piangere. Luca a quel punto smise di suonare, appoggiò sulle tegole la gabbietta e lo strumento, tirò fuori un colorato mazzo di fiori e disse semplicemente “Scusami, amore mio”. La moglie, entusiasta che fosse ritornato da lui, gli spiegò che aveva sbagliato ad arrabbiarsi così tanto da costringerlo ad andare via di casa e lo accolse a braccia aperte a patto che le promettesse di smettere di bere in maniera tanto esagerata.

Così il giovane uomo che suonava sui tetti, cominciò a suonare la melodia della gioia, dedicandola alla sua meravigliosa famiglia.



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