L'altro giorno, esaminando le mie carte, ho trovato nello
scrittoio la copia di una lettera, spedita da circa un anno ad un vecchio
compagno di classe: era un po'
stropicciata e sbiadita, ma si leggeva ancora:
Caro Giulio,
Sono Alessio, ti ricordi di me? Siamo stati compagni del
liceo e vicini di banco per quasi un anno! Ormai sono quasi vent'anni che non
ci si sente, ma ho saputo che ti sei trasferito in Argentina e così sono
riuscito a recuperare il tuo indirizzo. Mi sei venuto in mente proprio tu,
perché l'altro giorno, riordinando il mio studio, ho trovato una bellissima
fotografia di noi due in gita scolastica nelle marche, quando eravamo in prima
superiore. Allora mi sono detto: chissà il
mio vecchio Giulio come se la sta spassando?
E soprattutto in compagnia di chi? Beh, intanto ti parlo un po' di me:
dopo il liceo, mi sono laureato in lingue e adesso faccio la guida turistica
nella mia città, Bologna. Ti chiederai: a Bologna? Eh sì, non sei l'unico che
ti sei trasferito! :) Quindici anni fa, mi sono sposato con Melissa e insieme
ci siamo trasferiti a Bologna. É una bella città, con della gente molto
simpatica e dei vicini eccezionali! ;)
Melissa lavora in un salone di parrucchiera
e abbiamo tre bellissimi bambini:
Caterina, Federico e la piccola Jessica. E tu invece? Sei sposato con figli o
sei rimasto single? Dai vaghi ricordi del liceo, non ti ci vedrei con una
famiglia, ma tutto è possibile: mi ricordo ancora, durante l'intervallo, andavi
sempre a cercare qualche ragazza per chiacchierare un po'. Ogni giorno una
diversa! ;) Che avventure le nostre! Aspetto con ansia delle tue notizie. Un
abbraccio
Alessio
Finito di rileggere la lettera, ci rimasi un po' male.
Insomma, io mi ero impegnato a scrivere una lettera decorosa (non ero mai stato
molto bravo in italiano) senza correzioni o errori, ma della risposta nessuna
traccia. Devo dire la verità: dopo averla spedita, non ci pensavo neanche
tanto, poteva essere sbagliato l'indirizzo,
magari non abitava più in Argentina.... Mentre adesso più ci penso, più ci resto male. La voce
della piccola Jessica mi fa tornare alla realtà: «Papà vieni con me a
giocare?». «Si tesoro, ora arrivo». Cerco di stamparmi un bel sorriso sulla
faccia per non insospettire la piccola e mi dirigo in camera sua.
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