In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso e per poco non rischiai di cadere nel fossato sottostante, anche se era asciutto.
Cominciai a perlustrare i corridoi e le stanze, che, stranamente, erano tutte barricate ed era quasi impossibile aprirle; per i corridoi si percepiva, invece, un odore di muffa, di umidità.
Ad un tratto, dopo ore di perlustrazione, una delle porte si aprí. Lí per lí mi spaventai, anche perché la porta si aprí quando io ero di spalle e non l'avevo nemmeno sfiorata, poi mi decisi ad entrare nella stanza. Nella camera, stranamente, era tutto in ordine e senza nemmeno un granello di polvere, quasi fosse stata appena ripulita. Era graziosa: c'era un tavolo con 4 seggiole, una panca con un materassino di paglia e armadio. Era già arrivata la sera e, a fatica, mi addormentai. Ogni tanto sentivo dei rumori in lontananza come se ci fosse qualcin'altro per il castello; cosí verso le 4 di notte mi alzai e ritornai a perlustrare le stanze. Ad un tratto sentii una porta sbattere, di colpo mi voltai e mi trovai di fronte un essere strano: era alto quasi due metri, aveva la carnagione bianca e i capelli neri, le orecchie appuntite, mani lunghe, affusolate, scarne e con delle unghie che somigliavano ad artigli, due canini impressionanti che spuntavano dalle labbra rosso sangue; mi irrigidii poi cominciai a correre, il cuore batteva all'impazzata ovunque io corressi, la creatura era sempre dietro di me, quando cprreva non lo si vedeva nemmeno era quasi invisibile...Arrivai nella mia camera e la chiusi a chiave ma con una manata scaraventò via la porta; io, rannicchiato in un angolo tramavo, sudavo, sapevo che la mia ora era arrivata: proprio mentre si avvicinava a me me svenii e non ricordo piú niente di quello che successe. Quando mi svegliai, mi guardai nello specchio che c'era nell'armadio...Avevo due buchi sul collo e due canini aguzzi erano spuntati dalla mia bocca; quando chiusi l'anta dell'armadio vidi la creatura sorridermi con un sorriso maligno di pura soddisfazione: ero uno di loro.
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