Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo.
Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
In realtà mi divertivo ad ascoltarlo perchè, anche se ero piccolo e non capivo niente, ce la mettevo tutta per cercare di comprendere i suoi discorsi assurdi.
Io ero un bambino timido e non avevo molti amici perciò mi sentivo "grande e importante" quando mio fratello mi parlava.
Mi faceva piacere che lui si confidasse con me e mi raccontasse delle sue storie e sogni, che si sfogasse con me; significava che mi voleva bene e che ero per lui una sorta di punto di riferimento.
Lui era un ragazzo alto e robusto, aveva moltissimi capelli neri, sembrava sempre arrabbiato e per questo aveva l'aspetto di una persona malvagia, anche se non lo era. Mio fratello era vanitoso, pieno di sè e non aveva paura di dire quello che pensava, ma quando era con era come se si trasformasse in un'altra persona.
Quando i nostri genitori non erano in casa, infatti, lui si prendeva cura di me, giocavamo e guardavamo insieme i miei cartoni preferiti.
Adesso che siamo cresciuti i nostri ruoli di fratelli si sono invertiti: ora sono io che mi confido con lui ed è lui che non capisce o non vuole capire ciò che gli dico perchè pensa ad altro.
Non lo so, so solo che lui è, e sarà sempre, il mio migliore amico.
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