mercoledì 24 luglio 2013

Il mio disgraziato fratello


Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore e dovevo obbedire. Non capivo molto quel che diceva, ma il modo in cui raccontava le storie, quello mi aveva colpito. La passione che aveva nel narrare le sue avventure le rendeva con un non so che di magnifico, di unico. Magari erano banali cavolate che facevano tutti i ragazzi di quell’età, ma lui sapeva renderle davvero speciali, credetemi. Anche se la maggior parte delle cose che mi raccontava, erano soprattutto le litigate coi miei: le sue ragioni, la sua voglia di chiedere scusa, ma l’unico ostacolo era l’orgoglio… Ora non mi sembra vero che lui non sia più qui. Non mi sembra vero che sia partito per studiare all’estero e farsi la sua carriera. Un po’ mi manca. Si, è strano perché tutte le perone che ci conoscevano, dicevano che eravamo come cane e gatto, sempre a litigare, per ogni banalità. A urlare, a picchiarci, a discutere, a non rivolgerci più la parola, a strapparci i vestiti per dispetto… Ma sempre uniti nel momento del bisogno. Ci chiamavano “I Ripari e il loro legame indistruttibile”. Ora è il mio turno. Tocca a me raccontare le mie avventure a qualcuno di più piccolo, a qualcuno che deve ascoltarmi per forza: peccato che non abbia un fratello più piccolo. Peccato che l’unica persona che sembra interessata ad ascoltarmi, sia il mio diario. Pf, è buffo no? Un ragazzo che ha un diario. Diciamo insomma, un vero diario, come le ragazze. Non m’interessa che pensa la gente, a me piace annotare tutti i miei ricordi più belli, così che un giorno, guarderò cosa pensavo quando ero giovane e avevo mille aspettative sulla vita. Basta pesantezza sulla vita, stavo parlando di mio fratello. Già, Rick. Mio caro e adorato Rick, non hai idea di quanto mi manchi e di quante storie possa raccontarti… Aspetta, arriva la mamma, non voglio farmi vedere da lei che scrivo un diario. È una donna, mi vergogno. Ti scrivo domani. Ciao, ciao

 

 

                                                      Jeremy

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.