martedì 2 luglio 2013

Il grande trasloco

La notte del trenta agosto 2039 un' ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. Il termometro a New York segnò 42 gradi; a mezzanotte tutte le docce della città emisero un ululato di agonia e il rantolo delle tubature annunciò che l' erogazione dell' acqua era sospesa fino alle otto di mattina
. Mi aggiravo da quelle parti con la mia astronave, resa invisibile da una speciale tintura, assieme a mio fratello Bop. A un certo punto, mentre notavamo come ormai la razza umana si era rovinata da sola, inquinando gran parte della Terra e sconvolgendo i fenomeni metereologici e climatici, mio fratello mi disse: << Hey Bip, ormai gli umani sono praticamemte rovinati, vorrei vedere come riusciremo a trasportarli tutti quanti su Marte. Ho capito che loro sono nostri alleati e che il nostro saggio re ha deciso di ospitarli nel nostro pianeta visto che ci hanno fatto tranquillamente sbarcare sulla Terra senza essere uccisi o torturati per chiedere riscatti, ma come specie siamo troppo diversi! Il nostro mondo subirà un sacco di cambiamenti e magari non andremo neanche d' accordo!>> . << Stai tranquillo>> ribattei subito << anche se siamo specie diverse, noi abbiamo tanto da imparare da loro e viceversa. E poi, popoleranno il nostro pianeta quasi deserto. Diventeremo un popolo vastissimo, tanto da non avere concorrenza,uniremo le nostre armi per poterci difendere da quegli Uraniani violenti e assillanti. Vedrai che andrà tutto di bene in meglio. >> . Potevo quasi vantarmi di quel discorso, non ne avrei mai fatto più uno così in tutta la mia vita. Finito il giro di ricognizione, i due fratelli andarono a chiamare altre navicelle per poter finalmente iniziare il trasloco degli umani, prima che la completa superficie della Terra venisse sommersa dagli oceani.

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