giovedì 18 luglio 2013

Il fine giustifica i mezzi?


Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers''.  Era quasi notte, nell'aria si respirava sapore di divertimento e alcool.

Le ballerine si stavano ancora esibendo nella discoteca, la musica era fortissima. E lui, solo, in una macchina poco distante. Lasciato abbandonato al mondo o stato abbandonato dal mondo, infondo chi può saperlo?
Ero appena stato scaricato dalla mia ragazza e avevo deciso di fare una passeggiata nonostante l'ora, ma non voglio parlare di questo, ora (''Soffrire in silenzio'' dicono).
Non era un bel momento per me, anzi, era come se il cielo piombasse sul mio esile corpo, ma qualcosa in quell'uomo attiro' la mia attenzione. Le sue sopracciglia aggrottate e gli occhi serrati che provocavano non poche rughe, mi diedero la sensazione che non volesse mai risvegliarsi, che avesse paura di riaprire gli occhi e trovarsi immerso nella secca realtà. Per non parlare delle labbra che ricurve verso il basso, comunicavano una tristezza assurda.
Ero un poco curioso, mi faceva pena, forse schifo.
Dunque, mi fermai ancora qualche secondo ad osservarlo, sebbene non fosse un grande spettacolo vedere un trentenne ubriaco.
Lo fissavo e mi chiedevo chi fosse. Cosa avesse fatto. Se avesse famiglia.
E lui dormiva, dormiva… Non era in grado di rispondere alle mie domande.
Allora me ne andai.
Una mattina, invece, mi recai alla polizia, mi avevano derubato e andai a sporgere denuncia. E la' lo rividi, credo.
C'era un uomo seduto con i polsi ammanettati, poggiati sul tavolo, che facevano da cuscino per il suo capo, stanco.
Gli occhi erano ancora chiusi, pure questa volta.
Ero preso dalle mie faccende, non gli diedi molta importanza. Dopo una mezz'oretta, quando mi riavvicinai, era sparito.
Allora lo dimenticai fino al sei settembre.
Avevo fatto 'pace' con la mia ex e passeggiavamo per le rive del nostro fiume.
Vidi un corpo disteso, appoggiato su una grande roccia, il suo, appunto. Circondato come la prima volta di bottiglie vuole. Di nuovo con gli occhi chiusi.
In mano stringeva ancora forte la sua carta d'identità dove lessi il suo nome, Terry Lennox. Attaccata ad essa, una foto di una bambina, dagli occhi grandi e scuri, che sorride in un giardino. Si intravvedono le mani di una donna, forse della madre, che la tengono in braccio. Le sto cercando ancora oggi.
Accanto a lui crescevano delle minuscole margherite, ne staccai un paio e le misi sul petto del tipo.
Ogni essere umano, credo, voglia che qualcuno gli porti dei fiori, nonostante tutto. Sono solo miei pensieri, pensieri di questi sciocchi esseri umani, in effetti.
Intanto la mia ragazza mi guardava spaventata, non capendo nulla.

Era la prima volta che non lo vidi mentre dormiva, infatti era morto.
Il suo volto me lo diceva: era felice.

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