lunedì 29 luglio 2013

Le sette figlie

A vederla luccicare tra le colline sulla stradina di campagna, la giardinetta rossa piena zeppa di bambini- bambine, nella fattispecie- sembrava venir fuori da una di quelle scene di famiglie felici che, appena possono i pubblicitari infilano nei loro filmati.
Tutti si chiedevano perché avessero preso quell'auto, non tanto perché fosse d'epoca, ma piuttosto per il fatto che, avendo sette figlie, era troppo piccola. Io mi piazzavo alla finestra del salotto non appena sentivo l'auto avvicinarsi, era affascinate il loro modo di comportarsi. Non tentavo nemmeno di non farmi notare, guardavano sempre ovunque escluso verso casa mia. Se fosse stata mia zia Giulia avrebbe spostato la tenda e avrebbe iniziato a fantasticare sul perché erano tornati a quell'ora eccetera eccetera... si studia a memoria gli orari dei suoi condomini, mah. 
Io e la mia famiglia abitavamo li da una vita, e non ricordo giorno in cui non li abbia visti scendere tutti insieme dall'auto. Non sapevo un solo nome di quella strana famiglia, non uno! I miei nonni dicono che é una famiglia da sempre presente, mio nonno aveva parlato una volta con il nonno delle sette bambine e basta, nessun altro contatto. Le bambine avevano tutte un anno di differenza tra di loro, ed erano identiche: stessi capelli castani, stessi occhi di un marrone chiaro, molto brillante, stessa statura e ci giurei hanno anche lo stesso peso! I genitori avevano quarant'anni, pensai. La madre era bionda e riccia, mentre il padre era castano. Erano tutti sorridenti, sempre! Ma poi, un giorno qualsiasi, dall'auto scesero sei bambine... non lo trovai strano finché non passarono tre mesi e scesero dall'auto cinque bambine. Nessuno chiese nulla e nessuno vi fece caso. Così decisi di andare a dare un'occhiata alla casa, non appena la famiglia uscì. Guardai attravenso la finestra e vidi come due piccoli santuari, rivolti alle due bambine che non avevo più visto. Erano morte quindi? Tornai a casa, ero piuttosto terrorizzata. Poi pensai che magari credevano in una religione particolare dove non si celebra il funerale. Rimaneva comunque il fatto che due bambine erano morte in circostanze misteriose. Dopo tre mesi un'altra bambina mancava all'appello. Andai alla casa ed ecco un nuovo santuario. Ogni tre mesi la storia si ripeteva. Ed ecco che rimase una sola bambina. Ero veramente confusa. Spaventata. Suonò il campanello, andai ad aprire la porta. Ed ecco l'ultima bambina, li davanti ai miei occhi. Mai ne avevo vista una da così vicino. La piccola non parlò. Il suo viso era leggermente inclinato verso il basso, la sua espresssione era buia, sorrise ma con cattiveria e se andò. Chiusi tutte le porte di casa. Avevo paura. Oggi sono ancora barricata in casa, e sono sola. Ora arriva la giardinetta. Scendono i due genitori. Guardano verso casa mia. Arrivano, arrivano. Mi guardano, vedo il loro sguardo che mi raggiunge e sorridono. Scendono la collina. Eccoli sono sul mio vialetto. Suonano. Rompono una finestra. Arrivano. Arrivano. Aiuto 

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