Mi sento sempre attratto dai posti dove sono vissuto, le case e i loro dintorni...
É da poco che sono tornato a vivere nella casa della mia infanzia.
La mia mamma é morta cosí ho venduto la casa in cui vivevo e mi sono trasferito assieme alla mia famiglia nell'abitazione in cui ho vissuto per vent'anni. Mia moglie era curiosa di vederla ma i miei figli erano restii, sostenevano che c'era puzza di muffa e di vecchio, io, invece sento soltanto il profumo che mia madre si metteva a quantità industriale tutte le mattine, lo stesso profumo da una vita.
Il 27 febbraio tutta la famiglia era in movimento per riordinare le cose vecchie e risistemare i mobili nuovi: Andrea e Lucia, i miei figli, rovistavano in tutti i cassetti e tutte le ante in cerca di qualcosa di interessante, ma, la maggior parte delle volte rimanevano delusi; Sara, mia moglie, invece, si stupiva di tutte le vecchie foto mie, dei miei fratelli e dei miei genitori. Io, invece, non mi stupivo di niente, tutto era restato come l'avevo lasciato quindici'anni fa, tutto, compresa la mia camera da letto. Tutto era impolverato al piano superiore anche perché mia madre non lo utilizzava quasi mai, ma tutta la polvere dava un non so che di antico e misterioso; cosí, mentre riordinavo tutti i miei oggetti sulla mia scrivania trovo una busta, una busta tutta decorata con su dei dinosauri designati da me e un tesoro; la aprii e dentro trovai in piccolo biglietto della mia mamma che diceva semplicemente "Te la ricordi?" e una mappa del tesoro. Mi ricordo di averla disegnata quando avevo solo 9 anni e che l'avevo nascosta a tutti per non far trovare il mio tesoro; dato che lí per lí non ricordavo cosa fosse il tesoro decisi di andarlo a cercare assieme a Lucia e a Andrea e a mia moglie. Ho setacciato in lungo e in largo il bosco che si trovava tutt'intorno alla casa, prima di trovare un paletto di quercia bianca che avevo piantato e che indicava il punto in cui si trovava il tesoro. Scavammo e alla fine trovammo un cofanetto di legno: dentro si trovavano un album di fotografie e un'areoplanino; Andrea e Lucia cominciarono a giocare con l'areoplanino, io e Sara, invece, abbiamo fatto passare tutte le fotografie, le piú divertenti, le piú tristi, le piú malinconiche, quelle con tutta la famiglia e quelle in cui si trovava solo uno dei miei fratelli che piangeva per qualche dispetto. A fine giornata ritornammo in casa e, tutti distrutti, ci buttammo chi sui letti, chi sui divani. Oggi mi ero proprio divertito a ricordare tutti i bei momenti passati in questa casa.
Mi sento sempre attratto dai posti dove ho vissuto, le case e i loro dintorni.
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