mercoledì 11 settembre 2013

I soldi non fanno la felicità.

Quando lo vidi per la prima volta, Terry Lennox era ubriaco in una Rolls Royce fuori serie, di fronte alla terrazza del "Dancers". Tutti in città lo descrivevano come un poco di buono, che aveva combinato qualcosa nella vita solo grazie ai finanziamenti del padre.
Forse a causa delle credenze popolari che lo descrivevano come uno “io sono più importante, tu non vali niente” non si era guadagnato la stima e l'amicizia di nessuno, e forse per questo si era dato all'alcol. Passai vicino alla sua auto e guardai dal finestrino anteriore abbassato. Lo vidi con gli occhi rossi e socchiusi che stava per accendere la macchina. Pensai che ubriaco com'era non ci sarebbe arrivato vivo. Lo vidi allontanarsi per una decina di metri, poi la macchina si arrestò di colpo e il clacson iniziò a suonare ininterrottamente. Andai a dare un'occhiata e lo vidi collassato sul volante. Aprii la portiera del guidatore, gli alzai la testa e lo spostai di peso sul sedile del passeggero. Mi misi al volante. Cercai tra i suoi effetti personali un qualche documento con l'indirizzo di casa. King's Road, 51. Accidenti, ci sarebbero voluti almeno 35 minuti! Decisi comunque di portarlo a casa. Dopo circa 20 minuti, Lennox si svegliò. “Eh? Chi è lei e dove stiamo andando?!” disse. “Si calmi signor Lennox, sono Mark Fitt e la sto riportando a casa. Era ubriaco e avevo paura che avrebbe potuto farsi del male a tornare a casa nelle sue condizioni.” Esitò prima di rispondere. “Uhm...grazie signor...Fitt.” “Di niente. Bhè le va di raccontarmi perché era così ubriaco?” chiesi. Dopo qualche secondo di pausa, si schiarì la voce e disse: “Sa, la mia vita è uno schifo. Non ha un senso. Nessuno mi considera, nessuno mi vuole bene, nessuno vuole avere a che fare con me. E mi sento dannatamente solo. Allora ho rinunciato a legare con qualcuno, perché appena mi avvicino questi scappano. E ho cominciato ad ubriacarmi.” Sembrava davvero dispiaciuto. “Io non sono scappato. Anzi l'ho voluta aiutare.” “Sì, e di questo la ringrazio. Lei è la prima persona, dopo tanto tempo, che mi rivolge la parola. Tutti pensano che io non valga nulla, ma sono solo credenze. Io in realtà aspiravo a diventare un pittore, ma mio padre me lo impedì dicendo che dovevo fare un lavoro serio, sicuro e molto più importante. Alla fine rinunciai e diventai quello che lui voleva. Il figlio erede felice di continuare il lavoro del padre. Ma questa vita non mi piace per niente. È vero, sono ricco, posso permettermi macchine, vestiti, ville costose. Ma non sono felice.” Restai quasi commosso da quelle parole, e Lennox sembrava sincero. “Non è troppo tardi, puoi ancora inseguire i tuoi sogni. Abbandona tutto, e fai quello che ti piace. La vita è troppo corta per perdersi in rimpianti. Goditela a pieno e sii felice. Ricorda: meglio tardi che mai!” In quel momento arrivai davanti a casa sua e spensi la macchina. Lennox mi guardò pieno di riconoscimento e mi disse: “Grazie di tutto, mi ha fatto capire tante cose. Arrivederci signor Fitt.” “Mark, chiamami Mark.” “Ok Mark, ciao e grazie ancora.” Chiamai un taxi e tronai a casa. Mi sentivo bene, sentivo di aver fatto qualcosa di giusto ed ero felice. 

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