Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma un modo distaccato come se la sua vita appartenesse-sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo-a qualcun altro e come se lui fosse solo un robot telecomandato.
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Alex era un robot che era stato creato qualche anno prima, ma non era uno dei tanti robot: lui era stato il primo androide ad avere un cuore per provare emozioni come gli umani. Alex era, per farla breve, un uomo bionico, lui riusciva a percepire tutto come un umano.
Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e Alex, anche se era stato creato da qualche anno, cominciava solo ora a capire che lui, si, poteva provare emozioni umane, ma non avrebbe mai potuto essere un umano a tutti gli effetti, LUI NON ERA COME LORO! Lui si sentiva sempre piú inadeguato in questo mondo controllato dalla comunione di robot e umani, forse perché lui non era ne l'uno ne l'altro. Voleva scappare, scappare in un posto dove poteva sentirsi a suo agio, voleva scomparire, voleva andare in un posto dove tutti lo avrebbero accettato per com'era e non stare in un posto dove tutti facevano solo finta di accettarlo. Voleva andarsene assieme a CG18, l'unica amica che aveva, non che unico amore. Lei era stata un prototipo di Alex, l'esperimento subito precedente a Alex. Quando lui l'aveva conosciuta se ne era subito innamorato, ma lei, essendo solo un prototipo che non era stato distrutto, era un po' difettosa e di conseguenza poteva provare solo amicizia e odio, perciò per lei Alex era solo un grande amico. CG18 era l'unica che riusciva in un certo senso a capire Alex.
Voleva andarsene e quel giorno ce l'avrebbe fatta: Alex, l'uomo bionico se ne sarebbe andato da quella civiltà ipocrita, ma non da solo. Quella mattina giurò a CG18 che, anche lei, avrebbe potuto amare. Partirono. Dopo 5 giorni di viaggio arrivarono a CyberMilano per ricominciare tutto; ovviamente essendo un mondo in cui tutti collaboravano Alex doveva lavorare per guadagnare, ma nei pomeriggi liberi faceva di tutto per cercare uno scienziato disposto a trasformare CG18.
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Ce l'aveva fatta. Ora Jelly poteva amare. Tutto merito di Alex. Dopo quattro anni di ricerche ce l'avevano fatta, e ora potevano vivere insieme, in pace.
Alex le sorrise, la guardò negli occhi e disse: "Te l'avevo promesso."
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