A vederla luccicare tra le colline sulla stradina di campagna, la giardinetta rossa piena zeppa di bambini - bambine, nella fattispecie - sembrava venir fuori da una di quelle scene di famiglie felici che, appena possono, i pubblicitari infilano nei loro filmati.
Le bambine amavano giocare insieme nella giardinetta perché, sul sedile posteriore, c'era una bellissima bambola che loro chiamavano "Lisa". "Lisa" era alta sessanta centimetri, aveva due grandi occhi neri, e una carnagione molto chiara, quasi bianca. La bambola sembrava ipnotizzare le bambine, le quali, appena iniziavano a giocare con lei, si dimenticavano completamente dei loro giochi e delle loro bambole, alle quali sottraevano abiti e gioielli, per regalarli poi a Lisa. Nessuna bambola sembrava bella rispetto a lei.
La giardinetta non era sempre stata rossa, infatti qualche tempo prima era scura, e sembrava un luminoso scarabeo. Ma le bambine erano troppo prese da Lisa per accorgersi di tutto ciò che accadeva intorno a loro. Si allontanavano dalla bambola solamente durante le ore dei pasti e durante la notte. Capitava però che, appena terminata la cena, qualche bambina si rifugiava nella giardinetta, per giocare ancora un po' con Lisa prima di andare a dormire.
Un martedì d'inverno, verso le nove di sera, una bimba bionda, riccia e minuta, si addentrò da sola nella giardinetta. L'unica sua preoccupazione era giocare con la sua Lisa, tanto che non si accorse del terribile frastuono che c'era fuori. Le nuvole si scontravano cariche di pioggia, e il cielo sferrava fulmini.
Appena la bambola avvertì l'arrivo del temporale, si bloccò con gli occhi spalancati. Dall'iride dei suoi occhi neri iniziò a sgorgare sangue vivo che le bagnava le guance. La bambina, finalmente consapevole di quanto stava accadendo, si accucciò in un angolo vicino alla portiera e tentò più volte la fuga, ma purtroppo la macchina era bloccata. Lisa si animò di colpo, e crebbe fino a diventare alta quanto la bambina. Il suo volto si riempì di cicatrici, si scurì arrivando ad essere grigiastro. Sulle sue labbra pallide e fredde comparve un sorriso sadico e dei denti rossi di sangue. Si avvicinò alla bambina e gridando la abbracciò. La teneva stretta, la stava soffocando. La guardò dritta in viso diverse volte per terrorizzarla e infine sfoderò un pugnale e le tagliò la gola.
Restò ad ammirare il sangue che sgorgava e urlò di nuovo. Un urlo di ghiaccio, un urlo privo di vita. La giardinetta si mosse velocemente in un luogo al sicuro dalla pioggia. Era tornata scura. Lisa uscì e, una volta afferrata saldamente la bambina, si divertì a dipingere nuovamente la giardinetta.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.