mercoledì 11 settembre 2013

Scelte sbagliate.

Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.

Sentiva che stava sprecando la sua vita e ogni giorno che passava era un giorno di felicità che perdeva. È infatti questo che accade alle persone che accontentano chiunque, tranne se stessi.
Lui lo sapeva, e si riteneva un folle. Aveva trascorso tutti i suoi anni a far felici le persone che lo circondavano, e, seppur si fermasse a chiedersi cosa ne sarebbe stato di lui, si rispondeva che quella era la vita, e non sarebbe stato certo l'unico a trascorrerla in quel modo.
I suoi sbagli erano iniziati da giovanissimo, a scuola. Erano gli anni Settanta e, sebbene lui volesse diventare maestro, il direttore gli consigliò piuttosto insistentemente di  frequentare una scuola di ragioneria, poiché prometteva un lavoro più sicuro. I genitori, non essendo ricchi, incitarono il figlio a frequentare quell'istituto, anziché quello che lui aveva sempre sognato perché, come dicevano sempre "con i sogni non si mangia".  A quel punto, ormai troppo timido e riservato per ribattere, si rassegnò e si disse che avrebbe avuto altre occasioni per realizzarsi.
Ma non ebbe mai veramente il coraggio di cambiare atteggiamento, e si ridusse a vivere una vita che era fatta di tante scelte giuste per il resto del mondo, ma completamente errate per lui.
Ormai aveva ottantatré anni ed era solo. Le persone lo avevano etichettato come una persona insipida, trasparente, senza carattere, che si lascia influenzare dal primo che passa.
Così, decise che avrebbe fatto una cosa giusta per lui, per concludere tutta quella messa in scena.
Si promise che, insieme a quello stupido febbraio, sarebbe volato via anche lui.

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