Le mani erano ancora tinte di quel rosso che lentamente si scuriva. Come la macchia sulla canottiera. Rosso come gli occhi spalancati di quell'uomo, tali e quali agli occhi della bestia ne ''il Mastino dei Baskerville'', per intenderci.
Ecco un tintinnio metallico, un oggetto cadde. No, non cadde... qualcuno lo gettò, probabilmente con forza! Era un utensile affilato e colorato, probabilmente sporco dello stesso liquido fulvo.
Black666 lo scaraventò per terra in preda ad una crisi di agitazione. Il trambusto era cosi forte che lo fece mantenere serio e rigido, apparentemente calmissimo.
Dentro era come uno di quei quadri di alcuni celebri artisti, quelli che parevano esser realizzati lanciando direttamente pennellate di vari colori sulla tela, così a caso, insomma un vero e proprio caos. La differenza è che uno di quei caotici quadri varrebbe milioni, mentre il nostro ignoto essere, decisamente meno. A dire il vero, il contenuto di quell'immensa borsa della spazzatura che teneva in mano era di tantissimi bigliettoni, quindi magari ci arrivava anche lui al milione.
La sua pelle scusa era appicicosa di sudore, faceva un caldo assurdo. Nel frammentre, nessuno si accorgeva di lui, in quei vicoletto. C'era troppo rumore, tra clacson di auto e motorini e tra urla della coppietta poco innamorata al terzo piano dell'edificio accanto, quello con la finestra aperta. Erano passati ormai minuti e B. cominciava a fare il punto della situazione.
Con calma riprese un ritmo di respirazione normale ma lo sguardo era fisso, ah quello sguardo! I suoi occhi non cessavano di fissare per terra, il disordine che aveva causato.
Sembrava cosi tranquillo che rafforzava ancor piu la tesi che fosse uno squilibrato.
Matto.
Pazzo!
Non si poteva essere calmi in quella circostanza, ma si sa, Black666 non rientrava nella norma.
Quella volta però era proprio fregato.
La fine.
La sua rovina, quella che il giorno dopo sarebbe apparsa su tutti i giornali. Questo lui non poteva accettarlo. Non era nei suoi piani una sconfitta cosi cruda.
Cominciò ad interrogarsi: ''Ora come mi lavo? come mi tolgo tutto questo sangue?'' ''Come mi disfo di questo stupido cadavere?''
Intanto la coppietta del terzo piano smise di litigare e un sottile spicchio di luna uscì dalle strisce di nuvole, in cielo.
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