mercoledì 11 settembre 2013

Alex e la dipendenza

Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
Era già passato un anno dalla sua prima volta, la prima volta che tirò quella stupida manovella, fu amore a prima vista, si innamorò dei numeri che andavano su e giù e del rumore delle monetine che scendevano. Iniziò ad a tentare la fortuna una volta settimana, iniziava a vincere un sacco di soldi, era felice e tutto stava andando nel verso giusto. Vinceva spesso e così iniziò ad andare alle slot machine ogni giorno, le cose a casa però iniziavano a non andare bene, Christine non sembrava contenta di quello che Alex faceva nel tempo libero. litigavano sempre più spesso, iniziarono a mancare i soldi e Alex non vinceva più. Non rinunciò  a giocare ugualmente e Christine se ne andò, Alex non era più felice, non aveva più nessuno ad aspettarlo a casa, non aveva più amici, c’era solo quella maledetta macchinetta. Vinceva e investiva i soldi appena vinti finchè non rimase senza niente. Era stato costretto a ipotecare la casa, non gli era rimasto niente e non aveva nemmeno più i soldi per andare a giocare. L’idea di non poter più tirare la manovella lo faceva impazzire, era dipendente. Gioco d’azzardo patologico, si chiamava così la sua malattia. Non era più lo stesso Alex, aveva perso tutto, ma era troppo tardi per cercare di rimediare agli errori fatti, Christine non sarebbe più tornata. Aveva smesso, lo decise quel maledetto febbraio, non voleva più essere dipendente dal gioco, ne era convinto. Un giorno mentre stava passeggiando lungo il fiume trovò una banconota, era una banconota da cinque. Rimase lì a guardarla per qualche secondo, poi si decise, l’avrebbe giocata. L’ultima giocata. Era tutto eccitato, quasi felice e quando si sedette sulla sedia alla macchinetta sentì un brivido passargli sulla schiena. Tirò la manovella, quella che lo affascinava così tanto. Gli si fermò il cuore quando i numeri si fermarono, aveva vinto. Aveva vinto ventimila euro, Alex non riusciva crederci, non sapeva se piangere o gridare. Alex riuscì a smettere e con quei soldi dopo qualche mese decise di aprire  un centro di cura per il gioco d’azzardo patologico. Come lui  erano moltissime di persone le che avevano distrutto la loro vita puntando soldi ai casinò, alle slot machine, al poker e alle lotterie. Arrivano tutti infelici come era stato lui e Alex decise di aiutarli a tornare felici come lo era diventato lui.

"Il gioco d'azzardo corrompe le nostre inclinazioni, e ci insegna l'abitudine dell'ostilità contro i nostri simili." (Thomas Jefferson)


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