Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice, ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse- sensazione fin troppo tipica e cruda- a qualcun'altro.
Era un uomo sulla settantina che viveva in un piccolo paesino di montagna.
Alex aveva avuto un'infanzia dura: a 6 anni sua madre morì a causa di un tumore. I dottori,a quel tempo, non avevano le cure mediche necessarie per salvarla, così lo lasciò solo con la sorellina Maria perché il padre era scappato di casa pochi giorni prima che lei morisse.
Cominciò a lavorare nei campi come agricoltore all'età di quindici anni. Faticava dieci ore al giorno per portare a casa il denaro necessario per far mangiare lui e Maria.
Ben presto, però, una famiglia benestante li adottò e la sua vita cambiò radicalmente.
A 18 anni conobbe Clara, una ragazza della sua età che lavorava nella panetteria del padre.
Si innamorarono,cominciarono a frequentarsi e a 25 anni si sposarono.
Clara, dopo il matrimonio, smise di lavorare da suo padre e, insieme a suo marito, aprirono un negozio di abbigliamento.
Pochi anni dopo ebbero un figlio, Luca, un bel bambino biondo con gli occhi azzurri, il ritratto identico di suo papà. Diventato grande, si laureò in lingue e andò a lavorare in Inghilterra in una prestigiosa scuola di Londra, una bella soddisfazione per Alex e Clara.
Ma, nel febbraio del 2010, il padre venne a sapere che Luca ebbe un incidente stradale mentre si stava recando a lavoro e morì sul colpo. Dal dispiacere, Clara impazzì e suo marito fu costretto a portarla in una casa di cura.
Nella sua mente la sua vita finì proprio quel febbraio. Era accaduto tutto così velocemente che non sembrava neanche che un dolore così grande fosse toccato a lui.
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