Da dove provengono? Dal corridoio dove uomini vestiti in casacche da lavoro di colore blu stanno riparando una crepa del muro sopra la finestra.
È dall’inizio dell’anno che, passando per quel corridoio, uscendo dal bagno,mi capitava di alzare lo sguardo verso quella crepa.
Ora non si vedono più i mattoni del muro sporgere dallo stucco bianco, ma la ex-crepa è ricordata dal cemento grigio che l’ha soffocata.
Di sicuro nessuno l’avrebbe mai notata, non dava alcun fastidio, e non sembrava nemmeno esser pericolosa, dava quasi un’idea di antico e vissuto alla nostra scuola.
In istituto, spesso gli studenti si lamentano di strutture vecchie, non sicure, bisognose di interventi di manutenzione, ma questa crepa scomparsa ha risolto i nostri problemi?
Spesso i danni e le inefficienze della scuola sono buoni punti per le arringhe dei candidati rappresentanti d’istituto, che utilizzano puntualmente in ogni loro potenzialità per attirare i voti degli studenti ad inizio anno scolastico.
Insomma è giusto far apparire ogni ragnatela, ogni crepa, ogni guasto come un attentato alla nostra sicurezza e quindi incolumità fisica?
C’è da pensare che ogni giorno uscendo di casa, senza renderci conto, ci esponiamo a qualsiasi tipo di pericolo; a partire dal conducente ancora addormentato alla mattina alla guida di un auto che non rispetta il limite di velocità in città, per finire ad un vaso di fiori che può cadere sulla nostra testa dal balcone della nostra vicina di casa.
Quello che voglio dire è che la scuola può rappresentare dei pericoli, ma nel mondo moderno nulla è sicuro al 100%, neanche gli strumenti di tecnologia provati e riprovati in efficienti laboratori.
Nonostante ciò e giusto che un edificio in cui passiamo ben 6 ore al giorno per una settimana di 6 giorni, ci garantisca una discreta sicurezza, perché la scuola non rappresenti solo un luogo dedito a farci diventare buoni cittadini ma che ci faccia anche arrivare ad esserlo in maniera sana.
Rosalba
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