Commento dell’articolo “Mi chiamo Italia e ho bisogno d’affetto” di Gramellini.
L’articolo è una corrispondenza epistolare tra “un’anziana e imprevedibile signora” e un cittadino italiano.
La donna dice che solo al pensiero dell’arrivo del suo compleanno si sente molto triste e inquieta perché ha la netta sensazione di non essere festeggiata in modo vero e sincero.
Più avanti nella lettura si scoprirà che la vecchia signora è niente di meno che l’Italia. Sta per compiere 150 anni, infatti il 17 marzo sarà il suo compleanno.
Vista la sua longevità, non è poco il peso della responsabilità che si porta sulle spalle. Sposa, vedova e madre di figli che non la amano a sufficienza, si sente trascurata da coloro ai quali ha dato la sua vita.
E’ più furba che intelligente e ha tanta voglia di festeggiare. Ma chi vuole festeggiare con lei? Non si fa tanti problemi e decide di festeggiare da sola, piuttosto che circondata dall’ipocrisia.
Ma la risposta non tarda ad arrivare e l’italiano grida alla sua patria un canto d’amore: confessa che tra fratelli ci si lamenta della madre ma dentro si è sempre orgogliosi di essere italiani. Chiude la risposta raccontando un episodio della sua infanzia in cui il cuore italiano si fa sentire.
Siamo tutti italiani, impariamo dalla nostra madre Italia a mettere da parte gli screzi e a festeggiare tutti insieme.
Auguri all’Italia e agli Italiani!
Rupali
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