domenica 20 marzo 2011

NON SOLO LICEO.... ANCHE MANIN !

Credo sia importante ricordare Daniele Manin.  
Manin proveniva da una famiglia ebraica e alla nascita acquisì il nome di Daniele Fonseca. In seguito la famiglia si convertì al cattolicesimo e,come d’abitudine in casi del genere,assunse il cognome del padrino di battesimo,Pietro Manin. Nel 1821,ottenuta la laurea in giurisprudenza a Padova,si dedicò all’attività giudiziaria. Nel 1824 sposò Teresa Perissinotti, che apparteneva ad una famiglia aristocratica veneziana. Successivamente venne imprigionato nelle  carceri austriaci a causa della sua attività libertaria, poi fu liberato a furor di popolo il 17 marzo 1848.

Alla proclamazione della repubblica di San Marco fu proclamato presidente e durante l'assedio della città nel 1848/1849 diede prova di intelligenza, coraggio e fermezza.
Morì il 22 settembre 1857 a Parigi. La salma fu portata a Venezia dove ci fu una processione in onore di Manin.

Colgo l’occasione per proporre la poesia L’ULTIMA ORA DI VENEZIA di Arnaldo Fusinato relativa alla caduta della Repubblica di San Marco dopo una strenua resistenza.


E’ fosco l’aere
il cielo è muto
ed io sul tacito
veròn seduto
in solitaria
malinconia
ti guardo e lacrimo
Venezia mia!
Fra i rotti nugoli
dell’occidente
il raggio perdesi
del sol morente
e mesto sibila
per l’aria bruna
l’ultimo gemito
della laguna.
Passa una gondola
della città:
-Ehi, della gondola,
qual novità?
-Il morbo infuria
il pan ci manca
sul ponte sventola
bandiera bianca!
No, no, non splendere
su tanti guai
sole d’Italia,
non splender mai!
E su la veneta
spenta fortuna
si eterni il gemito
della laguna.
Venezia! L’ultima
ora è venuta;
illustre martire,
tu sei perduta…
il morbo infuria,
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca!
Ma non le ignìvome
palle roventi
ne’ i mille fulmini
su te stridenti
troncàro ai liberi
tuoi dì lo stame…
Viva Venezia!
Muore di fame!
Su le tue pagine
scolpisci, o storia,
l’altrui nequizie
e la Sua gloria,
e grida ai posteri:
-Tre volte infame
chi vuol Venezia
morta di fame!
Viva Venezia!
L’ira nemica
la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria,
ma il pan ci manca…
sul ponte sventola
bandiera bianca!
Ed ora infrangesi
qui su la pietra
finché è ancor libera
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l’ultimo canto,
l’ultimo bacio,
l’ultimo pianto!
Ramingo ed esule
in suol straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai nel tempio
qui del mio cuore
come l’immagine
del primo amore.
Ma il vento sibila,
ma l’onda è scura
ma tutta in tenebre
è la natura:
le corde stridono,
la voce manca…
sul ponte sventola
bandiera bianca!


Secondo me è importante sapere che in ogni luogo c’è qualcosa da scoprire o comunque una storia avvenuta in passato che in qualche modo può affascinare ognuno di noi. Tanti anni sono ormai passati ma non per questo dobbiamo dimenticare queste persone a modo loro sono state importanti. 
Alberto

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.