Un articolo della nostra Costituzione prevede che le più alte cariche dello Stato debbano mantenere un comportamento dignitoso e corretto in quanto rappresentanti e esempio per il Paese. Recenti episodi, che hanno occupato e occupano le cronache giornalistiche, stanno, purtroppo, dimostrano il contrario.
Il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri risulta, infatti, imputato di due gravi reati: concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. il Capo del Governo è coinvolto in uno scandalo originato dalla frequentazione di una ragazza araba detta Ruby (Rubacuori) che già in giovane età, abbandonata la famiglia emigrata in Italia,ha vissuto esperienze spesso al limite della legalità. Ne è testimonianza l’episodio da cui è scaturita l’inchiesta. Una sera la ragazza, denunciata per furto,venne portata in Questura a Milano; il Presidente, venuto a conoscenza del fatto, intervenne chiedendone il rilascio e l’interruzione del procedimento nei suoi confronti portando come motivazione la presunta parentela con l’ex presidente dell’Egitto Hosni Mubarak (notizia, poi, risultata falsa). Con questo il Primo Ministro è incappato nel reato di concussione.In seguito a intercettazioni telefoniche effettuate su persone e ragazze si accertarono i pagamenti da parte del Presidente ad alcune ragazze molto giovani configurandosi così il reato di favoreggiamento della prostituzione con l’aggravante della minore età. In seguito a questo scandalo è d’obbligo una riflessione sulla condizione della donna. Purtroppo nell’odierna Società italiana la donna anziché essere posta ai medesimi livelli dell’uomo, viene spesso considerata unicamente un oggetto. Tant’è vero che un esponente politico italiano della destra è giunto a teorizzare il corpo femminile come fattore dell’affermazione della donna nella società. Mi sembra che da questa affermazione risulti esplicita l’idea della mercificazione del corpo femminile.Pare che ,ora, una delle massime aspirazioni delle giovani donne sia quella di apparire esteticamente e magari un giorno diventare “velina” modellando se stesse il proprio corpo sulle immagini proposte sistematicamente dai mass- media. Da ciò la diffusione di una cultura superficiale che giunge ad ignorare i principi di emancipazione femminile conquistati dopo lunghe lotte da parte del Movimento femminista italiano,europeo e mondiale.Ritengo che questi episodi debbano riportare all’attenzione generale il tema della valorizzazione del ruolo della donna nella società così come hanno efficacemente manifestato milioni di donne domenica 13 febbraio in moltissime piazze del nostro Paese.
Chiara
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