domenica 20 marzo 2011

LA “GITA” DEI MILLE IN SICILIA

Noi ragazzi della II B quest’anno abbiamo scelto per la gita una località italiana: la Sicilia. Calda e soleggiata, ricca di storia, pullulante di monumenti e di cose da vedere (sappiamo già che la sera arriveremo in albergo coi piedi doloranti per la fatica, ma ne varrà la pena!).
Come non accennare quindi, dopo il centocinquantesimo compleanno della nostra Italia, alle tappe della spedizione dei Mille in quella regione?

 I Garibaldini, guidati dal generale in camicia rossa, sbarcarono dai piroscafi a vapore (il Piemonte e il Lombardo) l’11 maggio 1860 a Marsala, sulla costa occidentale.
Ci misero circa due ore e riuscirono ad evitare uno scontro con la marina napoletana.
Il loro scopo fu quello di “riconquistare” le terre del sud in mano ai borboni.
Vennero appoggiati da Vittorio Emanuele II, da Cavour e anche dal popolo che sperava in un riscatto sociale poiché si trovava in una situazione di sottomissione.
Dopo due giorni entrarono facilmente anche a Salemi, dove una bandiera tricolore venne issata su una delle torri del castello e l’Eroe dei due mondi proclamò la sua dittatura sull’isola.
La prima battaglia scoppiò invece il 15 maggio, a Calatafimi, qui il condottiero, appoggiato dal suo esercito e dai Siciliani, celebrò la famosa frase: “Qui si fa l’Italia o si muore!”.
In seguito proseguirono occupando Castelvetrano, Alcamo, Partinico, Marineo, Misilmeri, e finalmente il 27 maggio arrivarono a Palermo e affrontarono i nemici in una serie di battaglie.
Intorno alla fine di giugno e agli inizi di luglio arrivarono in città molte truppe garibaldine di rinforzo, esse erano formate non solo da italiani, ma anche da stranieri come polacchi, inglesi, francesi, americani, ungheresi e persino africani.
Intanto i patrioti si spostarono a Caltanissetta e a Cefalù e si rimisero poi in marcia verso Messina, ma dovettero prima fare i conti con le forze borboniche che difendevano Milazzo.
Attraversata l’isola siciliana, Garibaldi iniziò a programmare lo sbarco sulla penisola. Il re Vittorio Emanuele e i suoi alleati e sostenitori rimasero quasi increduli dalla rapidità con la quale conquistò tutto il territorio: ci mise meno di tre mesi!

È proprio il caso di chiamarlo ancora patriota!

Eleonora

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.