mercoledì 31 dicembre 2014

Sedotta e abbandonata


Sono tante le leggende sul mio conto, ma è giunto il momento che sia io stessa, Arianna, a raccontarvi come sono andate le cose fin dal principio.

Il re di creta, ovvero mio padre Minosse, decise un giorno chiese a Poseidone di mandargli un toro per poterlo poi sacrificare in suo onore, così il dio del mare acconsentì e gli inviò un magnifico toro bianco, di immenso valore. Vista la bellezza dell'animale, mio padre decise di tenerlo per sé e di sacrificare per gli dei un altro esemplare meno appariscente, ma quando Poseidone si accorse dell'inganno decise di punirlo, facendo innamorare sua moglie, ovvero mia madre, del toro stesso. Da questa insana passione nacque Asterio, chiamato anche Minotauro, ovvero “re toro”: questi aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli, pelliccia, coda e testa di toro. Era feroce e selvaggio proprio come un animale, così mio padre incaricò Dedalo di costruire un labirinto per potervi rinchiudere tale ripugnante creatura. Il Minotauro, però, doveva essere sfamato, così ogni anno venivano mandati nel labirinto sette fanciulli e sette fanciulle come tributi da dargli in pasto. Ci fu però un giovane chiamato Teseo che partì da Atene insieme ai tributi a bordo di una nave dotata di vele nere, per provare ad uccidere il mostro: lo conobbi alla corte di mio padre e, ahimè, me ne innamorai. Egli mi chiese di aiutarlo, così mi feci suggerire da Dedalo lo stratagemma del gomitolo di lana: dopo averne legato l'estremità all'entrata del labirinto, gli sarebbe bastato srotolarlo man mano che camminava e poi riavvolgerlo per trovare l'uscita. Con il mio aiuto, Teseo uccise il Minotauro e poi si imbarcò per tornare ad Atene, con me al suo seguito. Egli però non ricambiava i miei sentimenti, così ad un certo punto del viaggio mi disse di voler fare una sosta sull'isola di Nasso e, quando fui colta dal sonno, lui mi abbandonò e ripartì senza di me alla volta di Atene. Al mio risveglio, non trovando Teseo, iniziai a piangere disperata. Piansi per giorni interi, finché il dio Dioniso mi trovò e mi prese in sposa. Teseo, nel frattempo, era tornato ad Atene, commettendo però un grave errore: aveva infatti promesso a suo padre Egeo che, se fosse sopravvissuto all'impresa e fosse riuscito a tornare ad Atene, avrebbe issato sulla nave delle vele bianche, ma quel giorno si dimenticò di cambiarle, così Egeo fu colto dalla disperazione vedendo tornare la nave con le vele nere e si gettò in mare che da allora prese il suo nome.

Sono tante le leggende narrate sul mio conto, ma fidatevi che questa è quella corretta, io lo so bene...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.