Io sono Dedalo, figlio di Eupalamo e mi dedicai alla scultura, architettura e diventai l’inventore ufficiale di Minosse.
Abitavo ad Atene, con i miei allievi e il mio figlio Icaro, dove avevo anche un mio laboratorio. Il tribunale di Atene mi condannò all’ esilio, per aver ucciso il figlio della mia sorella Perdice: Talo, per timore che il suo talento potesse oscurare, la mia fama. Allora decisi di recarmi a Creta, dal re di Minosse, il quale mi accolse benevolmente, affidandomi diversi incarichi.
Tra questi incarichi, il re di Minosse mi affidò il compito di costruire al Minotauro, un essere ibrido dal torace e dalla testa di toro, un asilo adattato, dove potesse vivere ignorato dai mortali. Decisi allora con la mia ingegnosa testa di costruire un labirinto. Una volta completata l’opera, il Minotauro venne rinchiuso in questo labirinto, dove io stesso venni imprigionato con il mio figlio Icaro, per aver suggerito ad Arianna, il modo di far uscire Teseo, dopo l’ uccisione del mostro; ma anche per aver rivelato, il segreto della complicata costruzione del labirinto . A quel punto, non sapevo proprio cosa fare, allora vidi il volo degli uccelli, e mi venne in mente di fabbricare delle ali, raccolte nel labirinto dal nido degli uccelli, con delle piume unite con la cera. Prima del volo raccomandai ad Icaro di non avvicinarsi né troppo al sole né al mare. Ma durante l’ allontanamento dall’ isola, Icaro volle avvicinarsi al sole, nonostante lo raccomandazione, cosicché le sue ali andarono a fuoco e si precipitò nel mare. Io non me ne accorsi al momento, ma quando diedi uno sguardo verso il mare, ci vidi dentro delle piume che galleggiavano. Mi guardai attorno, e non vidi più Icaro.
Infatti il calore aveva sciolto la cera, e Icaro era finito nel mare annegandovi. Io piangendo disperato, per la morte del mio figlio ripresi a volare verso la Sicilia. Allora via via che le mie lacrime cadevano nell’ acqua, venivano catturate dalle Nereidi trasformate in perle di saggezza.
Poi mi trasferì in Campania a Cuma, e decisi di costruire un tempio al Dio Appollo, nel quale misi le mie ali di cera, per la morte del mio figlio Icaro.
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