domenica 20 marzo 2011

I fantastici sette (ma non solo)

i siti italiani dell'UNESCO
Non si parla di supereroi e non sono un’alternativa ai Fantastici Quattro. Si parla dei 7 siti UNESCO che la sola regione Lombardia possiede sui 45 totali presenti in tutta Italia. Ebbene sì, sino ad ora è la regione italiana con il maggior numero di siti identificati. Chi se lo sarebbe mai immaginato? Non accontentiamoci di saperne il numero, fiondiamoci in questo paesaggio, forse solo all’apparenza  monotono e malinconico, e scopriamone non solo la bellezza, ma anche l’unicità.

Il primo Patrimonio Mondiale dell’Umanità in Italia è stato riconosciuto dall’UNESCO proprio in Lombardia, nel 1979.
Protagonista indiscusso è lo straordinario archivio costituito interamente da incisioni rupestri presente nella Valle Camonica. La Valcamonica, situata nella Lombardia nord-orientale, vanta più di  140000 incisioni su circa 2400 rocce distribuite su entrambi i lati dell’intera valle. Uno spettacolo che non è possibile assaporare tutti i giorni, realizzato da popolazioni che vissero fin 8000 anni prima della nascita di Cristo. Lo stesso simbolo della regione nasce da una stilizzazione di una delle migliaia di icone incise sulle rupi,la famosa rosa camuna!
Spostandoci a Milano, un anno dopo sono individuati come Patrimonio Mondiale dell’Umanità la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Sebbene il dipinto sia stato soggetto a numerose opere di restauro (a causa del degrado provocato dalle condizioni ambientali e dal susseguirsi dei fatti storici), è ancora oggi una delle rappresentazioni più famose e apprezzate al mondo. Tanto di cappello anche alla signora Basilica, che rimane, e ci auguriamo rimarrà, uno dei monumenti più affascinanti del Rinascimento lombardo.
E ancora, anno 1995,provincia di Bergamo,comune di Capriate San Gervasio. Crespi d’Adda è ufficialmente l’esempio di uno dei villaggi operai(centri urbani pensati appositamente per ospitare tutti i lavoratori di una fabbrica) urbanisticamente meglio strutturati e conservati in tutta Italia.
Facciamo un salto, 2003. Gli straordinari elementi architettonici, quali chiese e cappelle accuratamente decorate, inseriti nell’incantevole paesaggio prealpino, fanno sì che i Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia siano meritatamente inseriti nella famigerata lista stilata dall’UNESCO.
Da ricordare anche il Monte San Giorgio, che non si trova completamente in territorio elvetico, ma si estende anche sul versante tra Besano e Viggiù in Lombardia. Nel 2003 è stato registrato anch’esso dall’UNESCO, per l’eccezionale quantità e varietà di fossili che ivi sono stati ritrovati. La continua evoluzione nel tempo di svariate specie sia animali sia vegetali è stata approfonditamente studiata dai paleontologi grazie ai reperti di cui le rocce triassiche del monte abbondano.
Mantova e Sabbioneta sono, dal 2008, incluse dall’UNESCO fra i Patrimoni dell’Umanità. E’ la firma del Rinascimento italiano che caratterizza questi due centri urbani lombardi, in particolare la famiglia Gonzaga ha lasciato un’impronta considerevole nella storia di ambedue le città.
Per ultimo, ma non certo ultimo come si suol dire, il riconoscimento come Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Ferrovia Retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina, (2008). Si tratta di una linea ferroviaria di montagna che fu terminata complessivamente nel 1910; costruita per collegare Tirano, in Italia, con St. Moritz, in Svizzera. E’ una ferrovia che comprende ben nove linee ferroviarie, e la lunghezza complessiva è di circa 385 km. Mete anche di turismo, la ferrovia dell’Albula è costruita con pietre di provenienza locale, e si trova all’apice del periodo di costruzione delle linee ferroviarie,la ferrovia del Bernina,invece,è il percorso della trasversale alpina più alto di tutta Europa e inoltre è una delle linee ferroviarie più ripide al mondo.
In conclusione, un semplice elenco dei siti lombardi riconosciuti dall’UNESCO? No, questo, come tutto il meraviglioso paesaggio italiano, va salvaguardato.
Una singola città, come Mantova ha una tradizione culturale che non possiamo figurarci, i paesaggi alpini, con chiese e cappelle incastonate nella natura, (incontaminata? Spero di sì) lasciano ogni anno una moltitudine di visitatori senza fiato. Le bellezze; dai paesaggi, alle architetture, alle tradizioni, di un singolo luogo differiscono da quelle di un altro, uniche nel loro genere, incomparabili anche solo a quelle del territorio limitrofo. Conosciamole, apprezziamole e teniamocele strette. 
Elisa 

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