sabato 19 marzo 2011

Cuore

Parlando del compleanno della nostra Italia a scuola, la prof. ci ha messo proprio una bella pulce nell’orecchio! ” Secondo voi perché il libro “Cuore” è un grande simbolo dell’unità nazionale che stiamo festeggiando?” All’inizio eravamo un po’ titubanti e ci siamo guardati con facce interrogative, ma poi,dopo qualche discussione e ricerca, siamo tornati a scuola con le nostre risposte al “quiz” avanzato dall’insegnante! Ed ecco a voi che cosa abbiamo scoperto …


Il nostro Edmondo De Amicis nacque ad Onegia, nella provincia di Imperia, il 21 ottobre 1846. Dopo aver studiato ai licei di Cuneo e Torino,  si iscrisse a sedici anni all’Accademia militare di Modena, nella quale divenne ufficiale. Nel 1866 partecipò infatti alla battaglia di Custoza(durante la terza guerra d’indipendenza) e nel 1870 fu tra i protagonisti della Breccia di Porta Pia.
Egli scelse la strada della vita militare perché  era convinto che fosse un metodo positivo di educazione, la interpretava come un cammino della persona verso l’integrità e il controllo di sé, principio che viene ripreso più volte nella sua opera più ragguardevole, il libro “Cuore”.
Il suo primo avvicinamento alla letteratura fu infatti spinto dall’esperienza militare, dopo aver partecipato come luogotenente alla battaglia di Custoza, pubblicò una raccolta dal titolo “La vita militare”, scritta per dimostrare che la caserma è una vera scuola di educazione nazionale, che ebbe un grande successo spingendolo così, dopo le dimissioni dall’esercito, a procedere sulla via letteraria e del giornalismo come inviato de “La Nazione”, giornale di Firenze. La sua grande notorietà è però dovuta al famosissimo libro “Cuore” su cui vogliamo fissare il nostro mirino giornalistico per tutto l’articolo.
“Cuore” è stato pubblicato nel 1886 a Milano ed è il libro più celebre scritto in Italia, dopo Pinocchio, e uno dei più noti al mondo. Nell’opera l’autore si finge un ragazzino di terza elementare , Enrico Bottini, il quale raccolse nel suo quaderno le impressioni, le vicende, la storia dell’anno scolastico, e poi le rivede in età più matura insieme al padre. Il libro è composto da una successione di aneddoti sulla vita scolastica, da cui risulta soprattutto una serie di ritratti di compagni appartenenti a varie classi sociali e dai caratteri più vari.
Il libro è diviso in undici mesi, da ottobre a luglio, ogni mese c’è un racconto che il maestro ha dettato e che descrive sempre  atti eroici compiuti dai ragazzi come ad esempio: il piccolo patriota padovano, la piccola vedetta lombarda, lo scrivano fiorentino … e tanti altri.
Ed ora ci spieghiamo perché è così importante per l’unità nazionale : quando uscì, la giovane Italia era impegnata nel tentativo di diffondere in tutto il territorio un’unica coscienza nazionale e di realizzare  un’unificazione culturale e linguistica ancora completamente assente.  “Cuore” e i suo racconti mensili sono quindi in questo momento molto importanti perché cercano di trasmettere l’idea di un’Italia unita almeno nei sentimenti e nell’amore per la patria, la morale del libro in quel periodo difficile era quindi valida per tutti gli Italiani, che fossero ricchi o poveri, piemontesi o calabresi, esalta il sacrificio del lavoro, il rispetto delle gerarchie sociali e la fratellanza.
A questo punto abbiamo finalmente capito come questo libro sia diventato subito essenziale per la nostra Italia : da uno scrittore con un forte spirito patriottico nacque un libro che mostrava a tutti i cittadini italiani come diventare uniti, dopo la fatica fatta per ricucire un unico stivale, e farlo diventare come appena uscito dalla fabbrica … forse dal libro “Cuore” ad oggi non ci siamo mai riusciti fino in fondo, pazienza, l’Italia non sarà uno di quegli stivali firmati, luccicanti, che si presentano in modo meraviglioso nelle vetrine dei negozi, ma è indubbiamente uno di quegli stivali in pelle, piuttosto vecchiotti e con il pelo, tramandati di generazione in generazione, quelli con cui potresti camminare per giorni senza avere la minima sofferenza!
Di stivali così oramai non se ne trovano più , impegnamoci  per non rovinare il nostro!
Paola

1 commento:

  1. Mi è piaciuto molto il tuo articolo, soprattutto nellaa parte in cui paragoni lo stivale inteso come scarpa allo stivale italiano, perchè la metafora reende bene il significato dell'unità d'Italia.
    Beatrice

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