A National Geographic
Ieri, 25 gennaio 2013, si è tenuta una conferenza a Milano in cui si parlava dell'eruzione avvenuta nel 79 d.C. a Pompei. Da poco gli scienziati hanno fatto un'interessante scoperta: i Pompeiani sono morti bruciati e non soffocati come si era sempre creduto.
A questo proposito, abbiamo intervistato il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo e il suo team di ricercatori italiani.
"Da poco avete scoperto che le vittime, contrariamente a quanto si credeva, non morirono soffocate. Cosa successe, in verità, in quei giorni e come morirono gli abitanti di Pompei ed Ercolano?"
"Finora si pensava che i calchi raccontassero la storia di come venne distrutta la città e di come morirono migliaia di persone. Invece adesso sappiamo che la causa della loro morte fu molto diversa: bruciati istantaneamente.
" Quale fu la causa di questa morte?"
" A Pompei le vittime non morirono per soffocamento, come abbiamo detto prima, ma persero la vita immediatamente. La causa fu la temperatura troppo elevata data dall'incandescenza della lava. In quei giorni, infatti, si erano raggiunti i 300° C a Pompei e i 600° C a Ercolano.
"Quali ricerche avete effettuato?"
"Abbiamo iniziato studiando i vari livelli di cenere intorno all'area del vulcano e il risultato è stato che l'altezza, la velocità e la densità della nube hanno fatto sì che questa abbia raggiunto Pompei in poco più di un minuto. Siamo giunti, quindi, alla conclusione che si trattava di una nube poco densa. In seguito, abbiamo iniziato a esaminare i resti delle vittime. I calchi dei corpi erano in una particolare postura, cioè quella assunta quando la morte è istantanea. Abbiamo poi analizzato i resti delle ossa degli abitanti e, grazie al DNA, si è potuto scoprire che morirono bruciati.
Successivamente, abbiamo fatto molti esperimenti in laboratorio, prendendo in considerazione frammenti di ossa. Li abbiamo esposti a temperature elevate e, in seguito, li abbiamo confrontati con i resti delle vittime e abbiamo capito che quei corpi erano stati esposti a temperature intorno i 400°C.
Alla fine, abbiamo concluso che quei calchi sono la prova di una morte crudele, ovvero l'eccessivo aumento di temperatura.
va bene
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