domenica 15 dicembre 2013

Il veleno della società

Di Alessia C.
Ginevra era una ragazza riservata; veniva definita asociale solamente perché non condivideva la superficialità e la stupidità dei gesti dei suoi coetanei e preferiva non adattarsi a quel gruppo massificato.
Purtroppo questa sua selettività era interpretata anche come superbia e, nel vedere collettivo, era una ragazzina snob che sotto sotto coltivava una profonda invidia per non essere come il gruppo. Tutti se la prendevano con lei e lei non reagiva più, creando ancora più rancore nei gelidi occhi dei suoi nemici che non bramavano altro che vederla crollare sotto i loro sguardi vacui. 
Le ragazze le invidiavano bellezza e grazia e, per sentirsi più attraenti e superiori, la sminuivano gettando ingiurie sulla sua persona. Solamente poche persone le stavano accanto e la distraevano da ciò che diceva la massa. Ma, nonostante il profondo affetto che queste dicevano di sentire nei confronti della ragazza, la popolarità del gruppo era un richiamo potente ed allettante. Quando iniziarono ad essere vittime, come Ginevra, della cattiveria dei coetanei, si liberarono immediatamente dell'amica facendola nuovamente sprofondare nella solitudine. Ma la ragazza era esausta ormai nell'osservare la sua reputazione frammentarsi e macchiarsi. Ogni parola era uno schiaffo, una coltellata in pieno viso che non faceva altro che pulsare di dolore. Così, piena di rabbia per non aver saputo mostrare il suo lato migliore, s'avvelenò promettendo a se stessa che avrebbe ottenuto la sua vendetta maledicendo per sempre i suoi coetanei.

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