martedì 18 marzo 2014

2+2=margherita

In parallelo a questo testo, colgo l'occasione per elaborare anche una mia opinione personale. 
Avendo una quantità industriale di tempo a nostra disposizione, perché non pensare?
Ebbene, pensiamo. 
Prima di esprimerci, bisogna in primo piano sapere. 
Io so che prima di frequentare la scuola, nella mia vita, ero in possesso di meno informazioni. informazioni che con la tecnologia d'oggi giorno sarei potuta venire a conoscenza facilmente, informazioni che mamma e papà mi avrebbero potuto spiegare. Mamma e papà erano i miei eroi, bravissimi e intelligentissimi, il loro unico tallone d'Achille peccato fosse il diploma di una scuola professionale. 
E' dunque necessario che altri, maggiormente istruiti (magari su altri e vari argomenti) ci spieghino ciò che i genitori non sono in grado di trasmetterci. La figura dell'insegnante mi ha sempre affascinata, dipende anche da loro l'apprendimento di una disciplina. Ognuno, in base forse al carattere o forse all'esperienza precedente decide come spiegare il "2+2". Nel calcolo possono fiorire margherite, poesie o solo semplici numeri. 
Mi piace e vorrei interagire con diversi docenti così da capire i vari metodi di spiegazione: riuscire a dire 'mi piace come spiega questo prof.' e 'non mi piace come spiega questo prof.'. 
Sono persone che possono diventare punti di riferimento per allievi che in futuro vorrebbero far amare un qualcosa a cui tengono come riescono a farlo loro. Con amore. 
Di conseguenza, parliamo del futuro. 
Dopo la scuola vedo solo tanta curiosità. Non sono particolarmente negativa, sono chiaramente a conoscenza della crisi e dei posti di lavoro che si trovano solo con i binocoli (anch'essi molto costosi). 
Non vedo l'ora di mettere in atto, con i mezzi appresi anche grazie alla scuola, ciò che voglio fare. 
Dopo la scuola, c'è solo la vita. 
E allora lo so già, penserò che la vita era già iniziata a scuola. 
Quando ogni scelta comportava ad una conseguenza, ad un voto. Anche la vita è fatta di scelte, prese dal protagonista della storia (diventiamo protagonisti dei nostri anni!) per essere felici. 
La felicità è anche quella che in classe provo quando mi abbraccia l'amica del cuore, quando prendo un 8 in un tema, quando conosco nuovi coetanei, quando viaggiamo. 
La scuola deve aprire diverse vie di comunicazione esterne, rapporti d'amicizia, visione ampia di un mondo (crudo ma buono)… 
Inutile a questo punto essere intelligente se poi mancano i mezzi per capire.
Se non fosse per questo tema, non sarei andata a cercare l'etimologia della parola ''scuola'';
con stupore leggo che deriva dal greco e significa 'tempo libero'. 
Senza dubbio la società è cambiata, le priorità sono differenti. 
Il mio tempo libero ora è leggere, guardare film, suonare e uscire. 
Sarebbe facile chiedere una scuola che mi insegni quel che voglio io, dalla filmografia di Hitchcock allo stile di scrittura di Buzzati e Celati. 
Io non ho problemi ad ammettere di non essere una alunna modello e non mi sento così in regola da chiedere un qualcosa a mio vantaggio, trasgredendo per prima le regole della disciplina. 
Ciò non toglie che al di fuori della scuola io continui ad amare la musica anni '60 e i pittori dell'impressionismo. 
La scuola può essere tempo libero come può non esserlo. 
E' il singolo individuo che stabilisce come rapportarsi e comportarsi. 



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