mercoledì 19 marzo 2014

La squola che io volessi

Ciò che dovrebbe necessitare in una scuola sono solo dei buoni insegnanti che sappiano come svolgere il proprio lavoro. Tutta questa ondata di tecnologia che sta invadendo le scuole di tutta Italia, se non di tutto il mondo, è pressochè inutile. Possedere tablet, computer in classe e lavagne elettroniche è solo un inutile spreco di soldi ( poi ci si lamenta che l' Italia è in crisi). L' unico motivo accettabile è che possono essere utilizzati per approfondire, ma non è vero. Un insegnante modello, che si è impegnato negli studi seriamente per raggiungere il proprio obiettivo, è quello che riesce a vagare nel "mondo del sapere" , che non si attiene soltanto alle misere parole scritte su un libro, che fa intervenire i propri alunni, che li rende partecipi della sua conoscenza, che dopo una spiegazione seria torni indietro per vedere se tutti sono allo stesso livello e hanno ben capito, che sa alleggerire il peso delle lezioni, cambiando la prassi. Ovviamente, tutto questo è fattibile solamente se c' è anche la collaborazione degli studenti: si deve mantenere un comportamento rispettoso e serio, anche magari con un po' di costanza e di voglia di fare. Ma la " voglia di fare" deve essere anche infusa dal professore all' alunno: solo così si può ottenere un rapporto di intesa e fiducia. Ecco cosa servirebbe a una scuola: degli insegnanti che "sappiano il fatto loro" . Altrimenti come avrebbero fatto gli alunni di 50 anni fa? Come c' è stata la scuola a quell' epoca, ci può essere benissimo anche adesso, senza aggiunte rivoluzionarie quasi inutili. Se comunque, dal mio punto di vista, volessi qualcos' altro dalla scuola, mi piacerebbe avere: dei rappresentanti degli alunni più presenti e capaci, che non si facciano eleggere solo perchè così diventano più popolari e possono cambiare il/la fidanzato/a ogni settimana, una palestra giusto un po' più attrezzata, più organizzazione,  e che certe bidelle facciano il proprio lavoro invece di passare le giornate a bere succhi di frutta presi alle macchinette.


(Per chiunque non ci arrivi " de testa sua" (cit. profper), il titolo è ironico)

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