Forse un sogno.
Cammino su erba rossa, che sia radicchio?
Troppo dura... Ah, sono mattoncini da costruzione. Quell' albero è composto da migliaia di farfalle: non mi avvicino, altrimenti si spaventano e scappano. C' è un uomo, là, o almeno penso che sia un essere umano: potrei chiedergli almeno dove mi trovo. Al posto degli occhi ha due pancakes. " Ar kalbate mano kalba?" . Perchè gli sto parlando in lituano? Mi fissa, piuttosto inquietante perchè non riesco a capire se le pupille sono quelle fatte di salsa al cioccolato o quelle al miele. O mio Dio, gli è appena caduta un' anguria in testa e l' ha ucciso. Guardo in alto: il cielo è sempre quello, azzurro, infinito. O almeno è quello che penso. Chiudo gli occhi e mi ritrovo in una banca. Penso che una clientela formata da ciabatte con gli occhiali da sole sia alquanto strana. Ho notato solo ora che una saponetta sta cercando di rapinare la banca: odora di acetone. Accanto a lei, un chewing gum si sta vendendo per serate erotiche, ma non sta avendo molto successo. Decido di uscire fuori per andare al bar. Guardo l' orologio, ma al suo posto c' è un biscotto: lo mangio. Un' orda di cavalieri medievali cerca di espugnare una fabbrica di marshmallows, alleati dei Tappetini Rossi, e i Tappetini Rossi sono i nemici più accaniti dei cavalieri. Davanti al bar, la regina Elisabetta II sta facendo l' autostop. Entro dentro, ma la solita pacchia: ci sono solo due persone. Il barman, una volpe intorno ai ventitredici anni, sta servendo Atena. Nessuno che si avvicina per parlarmi: che sia colpa del mio fluente lituano? Decido di sprofondare nella mia desolazione, cercando di sbronzarmi tra un bicchiere e l ' altro di latte di pesce persico.
O forse un libro?
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