giovedì 15 maggio 2014

Away.

"C'era una volta, in un regno lontano..."

Ogni sera queste parole rapivano la piccola bambina riccioluta dal suo letto, la caricavano sulle loro ali e la portavano altrove; in un mondo fantastico e sereno,  popolato da ogni sorta di creatura.
La bambina si gettava a capofitto in questo mondo di parole e inchiostro, smaniosa di vivere tutte le avventure che riusciva ad immaginare.
Era felicemente spensierata in quel posto, poco le importava che fosse una semplice creazione di tante lettere messe una in fila all'altra su un foglio di carta; sembrava tutto così reale.
Era fiduciosa che il suo regno lontano sarebbe sempre rimasto lì per lei, pronto ad accogliera ogni qual volta avesse avuto bisogno di scappare dalla monotonia del regno vicino.
E così era stato.
Si era trasformato innumerevoli volte, era diventato un modo cupo e pericoloso, una città caotica o una città distrutta, era diventato una foresta, poi una barca in mezzo al mare e poi un'astronave nello spazio.
Era mutato continuamente, ma ogni volta le ali arrivavano, la sollevavano e la trasportavano laggiù.
Per chiamarle bastava prendere un libro e cominciare a mettere in fila tutte quelle lettere e donare un senso a tutte quelle parole.
Il viaggio sembrava sempre durare dieci vite, ma dopo poche ore era di nuovo lì... con quell'accozzaglia di macchie d'inchiostro in mano e nuove consapevolezze in testa.

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