La mente elaborava pigramente delle immagini quando lui apparve. Era forse un angelo? Oppure un supereroe? Nessuno di questi, pensavo.
Aveva ali di pagine che lo tenevano in equilibrio sulla linea che separa il mare dal cielo e profumavano di inchiostro fresco. Si avvicinava sempre di più a me, o forse ero io ad andargli incontro? Non so, ma presto mi ritrovai sulle sue ali e cominciai a sfogliarle dolcemente. Il fruscìo delle pagine era una dolce melodia che accompagnava il mio volo verso terre lontane. Ovunque l'autore del libro volesse portarmi.
La mia mente era in sincronia con il battito d'ali e volava con loro, sfiorando le acque calde dei Caraibi e i ghiacci dei Poli, ritrovandosi in un castello medievale ad un banchetto, deliziata dal profumo delle carni che arrostivano lentamente sul fuoco, per poi essere strappata quasi con violenza ad un'altra realtà. Adesso c'erano delle buffe creature che si azzuffavano per un anello, e come sottofondo si udivano le lame delle spade incontrarsi e il grido di battaglia di un gruppo di nani.
La visione cominciava a oscurarsi dietro un velo di nebbia, allora continuai a sfogliare le pagine che formavano le ali di quell'uomo. Ogni volta che le sfogliavo appariva una storia diversa e venivo catapultata ovunque, senza limiti di immaginazione. E subito dopo il buio inghiottì tutto.
Cominciai a vedere i contorni sbiaditi della mia camera e sentii un tonfo sordo. Guardai in basso. Il libro giaceva sulle mie gambe, chiuso. La storia era finita.
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