sabato 23 febbraio 2013

La solitudine di un falegname.


La mia è stata per molto una triste ed inutile esistenza. Povero ed estremamente solo per tutti questi anni. Sentivo il bisogno di qualcuno accanto a me. Non avevo l'amore di una donna,né il calore di un figlio e nemmeno la fedeltà di un cane. Nulla. Decisi che mi sarei costruito un bel burattino,e lo avrei trattato come un bambino; almeno mi avrebbe distratto dalla mia situazione.

Mi recai da Mastro Ciliegia,un caro amico,per domandargli se avesse un ceppo di legno stagionato da potermi dare,in quanto la mia povertà non mi consentiva di averne uno. 
Quando entrai nella sua abitazione,lo trovai seduto sul pavimento. Non me ne curai molto,e,senza girarci intorno,gli chiesi quel pezzo di legno. Il suo volto sembrò rasserenarsi di colpo,e con sollievo mi consegnò immediatamente un ceppo scuro,perfetto per la realizzazione del mio burattino. Successivamente ci fu qualche battibecco,ma tutto finì in pochi minuti. 
Tornai alla mia umilissima dimora,e mi misi immediatamente al lavoro. Iniziai a scolpire i tratti del viso;realizzai i capelli,la fronte e gli occhi. Nel frattempo pensai ad un nome. Si,l'avrei chiamato Pinocchio. Ad un tratto m'accorsi che quegli occhi di legno mi stavano fissando. 
Ero spaventato,e sconcertato. Ma poi mi convinsi che era solo una mia impressione. 
Continuai ad tagliare il naso,ma più lo accorciavo,e più cresceva! Iniziai a fare la bocca,ma quando ancora non era finita il burattino iniziò a ridere,e a deridermi. Gli dissi con voce minacciosa di restare in silenzio,e di smetterla immediatamente di ridere. Quella risata era così insopportabile!
Detto,fatto,smise di ridere,ma in compenso vidi una grossa lingua sbucare dalla bocca. Noncurante,continuai il mio lavoro,e realizzai il busto,le braccia e le mani. Ma appeni ebbi finito le mani,sentii la mia parrucca volare via. Ancora quel burattino! 
Gli intimai di ridarmi immediatamente la mia parrucca,ma Pinocchio anziché rendermela,se la mise in testa offendendomi per il mancato rispetto. Mi ripresi e finii i piedi,ma il burattino mi si avventò contro regalandomi un calcio sul naso. 
Tutto indolenzito per il colpo,lo sollevai e lo misi a terra per veder come appariva finito. Era proprio un bel burattino! 
Ma mentre mi complimentavo per l'ottimo lavoro quel birbante iniziò a correre ovunque e scappò in strada. Dovetti rincorrerlo,ma non era per nulla semplice raggiungerlo. 
Finalmente lo fermò un carabiniere acchiappandolo per il naso. Avrei tanto voluto tirargli le orecchie,per punirlo,ma con amarezza mi accorsi che,nella fretta,non gliele avevo fatte! Lo acciuffai con violenza,in preda alla rabbia,e gli promisi che una volta a casa avremmo fatto i conti. 
La gente bisbigliava maldicenze sulla mia persona a tal punto che venni arrestato!
Era una situazione a dir poco surreale. Iniziai a pentirmi del lavoro fatto pochi minuti prima,e pensai che forse era stato tutto un errore. 
Ma mentre ero assorto nei miei pensieri,mi condussero in carcere.

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