PER ASPERA AD ASTRA Classe I B LINGUISTICO Liceo Ginnasio Statale"DANIELE MANIN" CREMONA. (ex allievo agente daniele manin agente blogger)
sabato 23 febbraio 2013
Dal mio punto di vista
Salve ragazzi. Io sono un fuoco, ma non un fuoco come tutti gli altri: io sono dipinto su un muro della casa di Geppetto, un misero falegname. Gli tengo compagnia, dato che non posso certo scaldarlo come dovrei. Dalla mia parete riesco a vedere tutto quello che succede in casa e questa volta voglio raccontarvi una storia. Ma non una storia qualunque, la storia di Pinocchio.
Quel giorno Geppetto venne a casa con un nuovo pezzo di legno: cosa aveva in mente questa volta? Sentivo che stava cercando un nome, ma per che cosa? Finalmente ecco svelato il mistero. Voleva intagliare un burattino che gli tenesse compagnia e crescerlo proprio come un bambino. Lo battezzò Pinocchio. Mentre lo scolpiva, Pinocchio prendeva vita: lo fissava negli occhi, rideva e scherzava. E una volta fatte anche le gambe scalciava addosso al povero Geppetto. Non era ancora finito e già dava dispiaceri al suo povero padre. E questo era solo l'inizio. Appena fu rifinito nei minimi dettagli cominciò a correre e scappò di casa e il povero Geppetto partì all'inseguimento del burattino. Qualche ora dopo vidi tornare Pinocchio, ma senza alcuna traccia di suo padre. Dove era rimasto? Forse era semplicemente troppo stanco per continuare a correre o magari era andato a cercare qualcosa da mangiare. Ad un certo punto sentii un rumore: cri, cri, cri...Doveva essere senz'altro il mio vecchio amico: il Grillo-parlante! Viveva in questa casa da più di cent'anni e lo conoscevo benissimo. Pochi secondi dopo lo vidi sulla parete che discuteva con Pinocchio. Il Grillo-parlante gli fece notare che il suo comportamento nei confronti del padre era sbagliato e che prima o poi se ne sarebbe pentito. Gli disse che se non voleva andare a scuola avrebbe potuto almeno imparare un mestiere ma il bambino non voleva più ascoltarlo così lo uccise con una martellata. Poi venne verso di me, o meglio, verso la mia amica pentola, anche lei dipinta sul muro. Dopo un pomeriggio fuori casa Pinocchio aveva fame! Trovò un uovo che sfortunatamente diede vita ad un pulcino e poi, lamentandosi, uscì di casa a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Quando tornò era completamente bagnato e stanchissimo, al punto che si addormentò con i piedi sopra un braciere. Subito di alzò una nuvola di fumo e i suoi piedi si trasformarono in cenere. Quando ormai era giorno sentì bussare alla porta e si svegliò. Chi poteva essere? Sia io che lui riconoscemmo subito la voce di Geppetto ma quando Pinocchio si alzò per andare ad aprire si accorse che non aveva più i piedi. Il falegname quando il burattino gli disse che non aveva i piedi pensò che fosse un'altra bugia ma quando lo vide steso in terra con le gambe bruciate corse ad abbracciarlo. Pinocchio cominciò a lamentarsi perché aveva fame e allora suo padre gli sbucciò 3 pere delle quali mangiò perfino la buccia. Poi si rimise al lavoro creandogli un altro paio di gambe. Pinocchio, che aveva capito la lezione, gli promise che sarebbe andato a scuola e sarebbe stato un bravo ragazzo. Allora Geppetto gli comprò un abbecedario vendendo la sua giacca, convinto che il burattino avesse davvero capito la lezione. Il giorno seguente il bambino andò a scuola e questa fu l'ultima volta che sentii parlare di lui.
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