sabato 4 gennaio 2014

Recensione

Il nuovo film di Luigi Brendis, intitolato "Alle pendici del disastro", sembra aver già conquistato i cuori di tutti, nonostante sia uscito nelle sale cinematografiche da poco più di due settimane.
Comico, ma allo stesso tempo drammatico, Brendis è riuscito a fondere insieme quelli che in realtà non sono altro che due generi apparentemente opposti. Nel film riusciamo anche a catturare numerose immagini del paesaggio campano. 
Il protagonista del film è Emanuele, un ventenne che, con la madre, si è da poco trasferito a Napoli per cercare lavoro. La vita del giovane non potrebbe essere più rosea di così: egli ormai sembra aver ritrovato la felicità, dopo che il padre se n'era andato senza dare più sue notizie. Finalmente, dopo due mesi, Emanuele riesce a trovare lavoro in un ufficio postale. Un giorno, intento a smistare alcune lettere, gliene capita tra le mani una datata 1967. Un particolare bollo rosso fa intuire che essa non era stata spedita, poiché priva di destinatario. Emanuele decide di mettersela in tasca, per poi leggerla la sera stessa a casa. La lettera tratta di un argomento risalente al 79 d.C., ossia l'eruzione di Pompei. Da questo momento per il protagonista incomincia una corsa contro il tempo: Emanuele deve risolvere l'enigma che il misterioso autore gli propone, ritrovare il testamento del quale si fa riferimento e scoprire il segreto che aleggia su Pompei da centinaia di anni. Tanti colpi di scena, un vecchio daltonico, una donna affascinante e persino una mongolfiera. 
Ciò che Brendis ha voluto trasmettere con questo film è un messaggio che riesce a toccare direttamente lo spettatore: "Guardare non significa osservare, a volte è necessario capire che ciò che può risultare banale, in fin dei conti non è altro che un gomitolo di enigmi e segreti.", afferma lo stesso regista. Il viaggio di Emanuele a Pompei, verso la conclusione del film, viene usato come pretesto per affrontare quello che, secondo lo stesso Brendis, non è altro che il "nucleo" attorno cui ruotano le vicende: "La situazione oggi è molto simile a quella che precedette le eruzioni più catastrofiche nella storia del Vesuvio. Il rischio è grande: i cittadini temono per la loro incolumità, ma paradossalmente continuano a costruire case e abitazioni. È questo che voglio mostrare nel mio film: un paesaggio napoletano vivo e splendente messo in parallelo con una Pompei che, invece, ha vissuto gli orrori di un'eruzione e teme possa avvenirne una nuova". 
La colonna sonora del film, composta interamente da musica classica, si integra perfettamente con l'armonia dell'ambientazione. "Alle pendici del disastro" è un vero mix di azione e dramma: un "must" nel repertorio di film da vedere. 

-Inviato al sito "www.comingsoon.it"

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